Padiglione Britannico, The Garden of Privitised Delights – 17a Biennale di Architettura di Venezia
Sopra: The Garden of Privatised Delights, il Padiglione del Regno Unito alla 17a Biennale di Venezia Architettura. Vista dell’allestimento, foto © Federica Lusiardi / Inexhibit.
The Garden of Privitised Delights – Padiglione Britannico, Biennale di Architettura 2021
Intitolato “The Garden of Privitised Delights” (Il Giardino delle delizie privatizzate), il Padiglione Britannico della 17a Mostra di Architettura de La Biennale di Venezia indaga come sarà il nostro vivere comune in un contesto di progressiva privatizzazione dello spazio pubblico, una condizione comune in tutto il mondo ma particolarmente sentita nel Regno Unito.
“Generalmente associato alle piazze recintate delle nuove aree residenziali, lo spazio pubblico privatizzato è una modalità di gestione radicata nella cultura britannica, dagli ambienti interni dei pub fino ai sistemi formati da differenti luoghi pubblici e privati come le high street.” (Manijeh Verghese e Madeleine Kessler)
Curata da Manijeh Verghese e Madeleine Kessler, la cui proposta è stata selezionata attraverso una open call, la mostra è suddivisa in sette “stanze”. Lo studio delle curatrici, ‘Unscene Architecture’, ne ha curata una personalmente, mentre le altre sei sono state affidate ad altrettanti gruppi multidisciplinari di progettazione e studi creativi inglesi (Built Works, Public Works, Studio Polpo, The Decorators e vPPR).
“La pandemia e le relative restrizioni hanno evidenziato l’importanza dello spazio pubblico
accessibile, ma anche le disuguaglianze all’interno della società. Per esplorare possibili soluzioni a questi squilibri, il Padiglione Britannico è stato allestito con una serie di spazi immersivi, come il centro giovanile – ormai quasi scomparso – ed enclave inaccessibili come la piazza a giardino, ognuno accompagnato da proposte su come possano essere riutilizzati, rivitalizzati e resi disponibili”, puntualizzano Manijeh Verghese e Madeleine Kessler.
Concepita da ‘Unscene Architecture’ e intitolata Il Giardino delle Delizie, la prima installazione all’interno del Padiglione Britannico è un piccola piazza-giardino recintata in cui sembra impossibile entrare senza una chiave. Solo dopo aver visitato tutte le altre stanze del padiglione, ai visitatori è permesso accedervi. “Non più inaccessibile, essa si trasforma ora in un luogo inclusivo, un vero giardino di delizie con angoli in cui giocare, coltivare ortaggi, cucinare, lavorare, incontrarsi e meditare”. Foto © Riccardo Bianchini / Inexhibit.
Publicani, l’installazione di ‘The Decorators’, è una celebrazione di una vera e propria istituzione della cultura britannica: il pub. Questa istituzione, che per secoli ha fornito a molti britannici un luogo di incontro e socializzazione, è però da tempo in crisi. Le cause, oltre alla recente panemia sono dovute ai cambiamenti sociali che hanno determinato la chiusura di oltre un quarto dei pub britannici negli ultimi vent’anni. Foto © Riccardo Bianchini / Inexhibit.
Il Ministero dei dati collettivi di ‘Built Work’ si concentra su come l’intelligenza artificiale e le tecnologie di tracciamento (come il riconoscimento facciale) monitorino sempre più il nostro accesso allo spazio pubblico. Entrando nella stanza i visitatori hanno due possibili scelte: se camminano a destra i loro comportamenti verranno usati per creare un avatar digitale nello spazio pubblico virtuale mentre se passano a sinistra manterranno segreti i loro dati personali e la loro identità non verrà registrata. Foto © Riccardo Bianchini / Inexhibit.
“Ministry of Common Land” di Public Works è un invito all’azione rivolto ad architetti e cittadini per ‘sfidare la recinzione della terreni per il profitto di pochi’. Foto © Riccardo Bianchini / Inexhibit.
Foto © Riccardo Bianchini / Inexhibit.
Progettato da vPPR, Play with (Out) Grounds punta il dito contro la mancanza di spazi pubblici per gli adolescenti. Come scrivono gli autori: “Troppo grandi per il parco giochi, troppo squattrinati per il caffè, troppo giovani per il pub: nella progettazione di spazi pubblici gli
adolescenti finiscono per essere ignorati.” Questa scarsità di spazi dedicati ai giovani sta postando ad una progressiva emarginazione degli adolescenti, ulteriormente acuita dalla pandemia.
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