LifeObject – Israele alla 15° biennale di Architettura
La Biennale di Venezia
Padiglione di Israele
Commissari:
Arad Turgeman, Miki Gov
Foto © Inexhibit, 2016
L’esterno del padiglione di Israele ai Giardini della Biennale
LifeObject
Tra biologia e architettura, il padiglione di Israele alla Biennale di Architettura di Venezia 2016
La mostra del padiglione israeliano per la Biennale di Architettura 2016, presenta una serie di sperimentazioni che collettivamente mettono in relazione architettura e scienza, investendo in particolare i campi della biologia e delle bio-tecnologie.
I progetti in mostra non si limitano ad evidenziare l’influenza ben nota che la natura nelle diverse epoche ha avuto sulle forme architettoniche e sui materiali da costruzione, ma si focalizzano sulle similitudini fra la struttura delle forme viventi e l’architettura, gettando uno sguardo al futuro e alle possibili applicazioni in architettura.
Il cuore della mostra LifeObject è l’installazione che accoglie i visitatori a piano terra del padiglione, realizzata combinando materiali naturali con materiali di sintesi e con apparati tecnologici sviluppati nel campo della bio-ingegneria.
Il risultato è un organismo sensibile ai cambiamenti dell’ambiente in cui è inserito e che, come tutte le forme di vita, è basato sul principio di resilienza: qualità da sempre necessaria alla sopravvivenza della specie umana, a maggior ragione vitale in un paese in crisi geopolitica permanente come Israele.
Immagini dell’installazione centrale della mostra LifeObject. Foto © Inexhibit, 2016
Oltre all’installazione principale sono presentati altri progetti – tutti sviluppati da team multidisciplinari formati da architetti, ingegneri e ricercatori – accomunati dalla volontà di indagare come la biologia possa influenzare positivamente la ricerca architettonica e gli ambiti dell’urbanistica e della rigenerazione urbana.
Urban Angiogenesis / Bio Smart City 3.0 (Knafo Klimor Architects e Prof. Ronit Satchi-Fainaro) è una sperimentazione che ha utilizzato le tecniche diagnostiche usate in ambito medico per rilevare il sovraffollamento urbano, creando un parallelo tra la crescita vascolare connessa ai tumori e la densificazione della città di Tel Aviv. La “vascolarizzazione” incontrollata è quindi indice di una crescita disordinata e casuale.
Urban Angiogenesis / Bio Smart City 3.0, viste dell’installazione. Foto © Inexhibit, 2016
Breathing Building (Arch Farah Farah, Arch. Moti Bodek, e Prof. David Elad) presenta un edificio sostenibile, ventilato in modo naturale, da realizzare al largo delle coste di Ashdod nel mar Mediterraneo.
Breathing Building. Foto © Inexhibit, 2016
Nanocellulose Desert Shelter (Ncarchitects, Guy Austern, Prof. Oded Shoseyov) è un progetto che usa materiali basati sulle nanocellulose (bio-fibre di origine naturale) per creare spazi e ripari sostenibili, riciclabili e flessibili, con funzioni educative e culturali, per le comunità Beduine che vivono nel deserto di Negev.
Sopra: immagini dell’installazione Nanocellulose Desert Shelter. Foto © Inexhibit, 2016
LIFEOBJECT: Merging Biology & Architecture
Curatori e progettisti: Ido Bachelet, Bnaya Bauer, Arielle Blonder, Yael Eylat Van-Essen Noy Lazarovich. Teams of Scientists & Architects: Dan Shechtman, Einat Kalisch Rotem, Madlan; Ronit Satchi-Fainaro, Tagit Klimor; David Elad, Moti Bodek, Farah Farah; Uri Shavit, “Commons” | Envisioning the new public space; Boaz Tadmor, Dan Eytan, Ruth Lahav; Oded Shoseyov, NCArchitects, Guy Austern; Erez Livneh, ShaGa Shyovitz Architects.
Insieme all’Arsenale, i Giardini di Castello sono la sede espositiva della Biennale di Venezia e ogni anno ospitano la Biennale d’Arte o di Architettura
Venezia
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