Zaha Hadid – Il Museo MAXXI a Roma – parte 1
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Progetto : ZHA Architects
Zaha Hadid con Patrik Schumacher
Architetto locale incaricato: Gianluca Racana
Vista esterna del MAXXI, foto © Inexhibit, 2015
Il Museo Maxi a Roma di Zaha Hadid Architects – parte 1
Introduzione
Il 28 Maggio 2010 l’inaugurazione del MAXXI a Roma ha segnato un punto di svolta nel panorama culturale italiano. Il nuovo, e lungamente atteso museo progettato da Zaha Hadid, un grande spazio pubblico dedicato all’arte e alla cultura contemporanea, assume un significato particolare in Italia, una nazione che, celebre nel mondo per il suo patrimonio artistico storico, ha tradizionalmente prestato poca attenzione alle arti “del presente” se escludiamo la notevole eccezione della Biennale di Venezia.
Lo sviluppo del progetto MAXXI
La nascita del MAXXI (acronimo di Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo) è stata vicenda piuttosto travagliata. La proposta di Zaha Hadid fu selezionata come vincitrice tra 273 presentate al concorso internazionale di progettazione organizzato tra il 1998 ed il 1999 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali allo scopo di creare la prima istituzione in Italia esclusivamente dedicata all’arte ed all’architettura contemporanee.
Il sito scelto per il nuovo museo era una struttura militare dismessa, la ex Caserma Montello, situata nel quartiere Flaminio a poche centinaia di metri dal Palazzetto dello Sport di Pier Luigi Nervi e Annibale Vitellozzi (1960) e dall’Auditorium Parco della Musica di Renzo Piano (2002).
Nonostante il sostegno del ministero sono trascorsi 11 anni fra la scelta del progetto e l’edificio completato, a causa sia della cronica instabilità politica italiana che delle modifiche del programma funzionale originario.
Oggi il MAXXI è probabilmente il centro culturale ed espositivo più attivo di Roma, ed uno dei più conosciuti in Europa, grazie ad una articolata e lungimirante programmazione di mostre, attività ed eventi speciali. Nel 2010, il progetto ha anche vinto il prestigioso Stirling Prize per la sua qualità architettonica.
Viste esterne del MAXXI, foto © Inexhibit, 2015
Museo MAXXI, vista di una delle gallerie per le mostre temporane, foto © Inexhibit, 2015
Il concetto architettonico
Il concetto alla base del progetto di Zaha Hadid è stato quello di dare forma a uno spazio espositivo fluido, in opposizione alla tradizionale articolazione in sale separate tipica della gran parte dei musei, superando anche la rigida distinzione tra spazio esterno e spazio interno.
Secondo Zaha Hadid: “Il (progetto per il) MAXXI soppianta la nozione di museo come “oggetto” o entità singola, prevedendo invece un “campo architettonico di edifici” accessibile a tutti, privo di confini definiti tra ciò che “è dentro” e ciò che “è fuori”. Al centro di questa impostazione – la sua forza primigenia – sta una confluenza di linee – pareti che si intersecano e divergono continuamente per creare gli spazi interni ed esterni.”
Modello del museo MAXXI Roma, ZHA
Pianta delle coperture, museo MAXXI Roma, ZHA
Sezione trasversale, museo MAXXI Roma, ZHA
Viste interne ed esterne del MAXXI, foto © Inexhibit, 2015
L’edificio del MAXXI, il più grande progettato dall’architetto Anglo-Irachena fino a quel momento, è stato da subito oggetto di discussioni; ne è stata criticata sia la collocazione – ritenuta marginale rispetto al centro di Roma – che la forma, giudicata affascinante ma autoreferenziale e inadatta ad un museo.
In particolare la concezione di uno spazio espositivo continuo definito da piani curvilinei ha aperto a critiche incredibilmente simili a quelle sollevate all’epoca per il Solomon Guggenheim Museum di New York, ben 60 anni fa.
Analogamente a quanto successe per l’edificio di Wright, alcuni critici hanno sollevato dubbi sull’adeguatezza delle pareti curve in relazione all’esposizione di dipinti di grande dimensione, critica smentita dai fatti come dimostra la presenza costante di grandi opere pittoriche, come ad esempio l’opera “Sternenfall” di Anselm Kiefer attualmente in mostra. Va anche detto che lo spazio del MAXXI è, al contrario, perfetto per esporre sculture e installazioni, probabilmente i mezzi espressivi più usati dagli artisti contemporanei.
Per quanto riguarda le critiche sul programma funzionale in genere, a distanza di qualche anno si può leggere la coerenza dell’impianto rispetto al suo utilizzo ; in effetti il MAXXI è un’eccellente spazio non solo espositivo ma anche d’incontro, se un dubbio ci può essere è sulla consisenza dello spazio disponibile per la collezione permanente, piuttosto ridotto, ma questo aspetto è una conseguenza delle modifiche apportate al progetto originario di ZHA.
Gli spazi della mostra permanente al primo piano, a sinistra: Sternefall di Anselm Kiefer, foto © Inexhibit, 2015
Un’immagine del foyer a piano terra, in primo piano Barka di Sislej Xhafa, foto © Inexhibit, 2015
Il foyer visto dal ballatoio al primo piano, foto © Inexhibit, 2015
Dal progetto di concorso al progetto realizzato
Come già detto, il progetto presentato da Zaha Hadid venne scelto come vincitore della fase finale del concorso a cui furono ammessi 15 progetti di altrettanti studi di architettura internazionali tra cui Steven Holl, Rem Koolhaas, Toio Ito, Jean Nouvel e SANAA.
Il complesso espositivo che vediamo oggi è però solo una parte del progetto di concorso vincitore, e la stessa Zaha Hadid ha a più riprese definito il MAXXI un “progetto non finito”. Conformemente al concetto di “campo architettonico” il progetto uscito dalla competizione prevedeva infatti la costruzione di cinque nuovi corpi, di cui di fatto solo il principale è stato effettivamente realizzato. Osservando il progetto originario, anche ammettendo che l’impatto visivo fosse certamente più “drammatico”, la saturazione pressoché totale del lotto, e di quegli spazi esterni che abbiamo imparato ad apprezzare, lascia piuttosto perplessi.
Due immagini del modello relativo alla proposta originaria di ZHA presentata per il concorso di architettura.

Il MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma promuove la creatività contemporanea e, a partire dall’eredità nazionale, si proietta al futuro

Zaha Hadid Architects

Roma
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