Fonti luminose per gli allestimenti – parte 3

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La luce negli allestimenti museali - parte 3
Testo di Riccardo Bianchini - Inexhibit
Immagini: vedi le didascalie.

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Lampade LED da 4W usate come wall-washer

Fonti luminose per gli allestimenti | parte 3: LED, LEC e fibre ottiche 

LED – Light Emitting Diodes

I LED stanno avendo successo anche nell’ambito dell’illuminazione espositiva: hanno una efficienza molto elevata – tipicamente tra 30 e 100 lumen per Watt – la loro durata è proverbiale e possono essere posizionati molto vicini agli oggetti esposti grazie alla loro bassa temperatura superficiale.
Fino a pochi anni fa la loro temperatura colore li escludeva dalle scelte in ambito allestitivo; a causa della loro tecnologia infatti  i LED producono naturalmente luce ad una precisa frequenza  e ottenere una luce “naturale” richiedeva uno sforzo molto impegnativo per i produttori . Ma, mentre in passato la luce bianca da una lampada a LED era ottenuta dalla combinazione di tre colori, blu / rosso / verde, oggi, con l’aggiunta di un fosforo le lampade LED hanno notevolmente migliorato la loro prestazione e la luce che producono è spesso indistinguibile da quella delle lampade alogene.

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Il confronto fra una vecchia lampada LED da 9W (sopra) e una più recente da 8,5 W (sotto) mostra l’emissione più regolare, a tutte le lunghezze d’onda di luce visibile, di quest’ultima. 

Di conseguenza con i LED – che erano usati principalmente come sostituzione di lampade a fluorescenza nella stessa gamma di applicazioni, ad esempio per realizzare light box, stanno diventando una ragionevole alternativa alle lampade alogene anche in applicazioni espositive più complesse ed esigenti.
Un altro vantaggio delle lampade a LED rispetto alla alogene è la loro bassa emissione di frequenze ultraviolette che contribuisce a non alterare pigmenti e materiali. Tuttavia, non ci sono ancora abbastanza prove sperimentali su tale materia e l’uso permanente di LED per l’illuminazione di dipinti deve essere attentamente valutata, almeno fino a quando non saranno disponibili dati sufficienti.

Sistemi luminosi a Fibre Ottiche

Le fibre ottiche non sono lampade ma filamenti di materiali polimerici o vetrosi che trasportano luce e trovano applicazione in molti campi come le comunicazioni, la diagnostica e l’illuminotecnica. Ovviamente ne parliamo a proposito di quest’ultima applicazione poichè
quando le fibre ottiche sono accoppiate alla sorgente luminosa, di solito chiamata “illuminatore”, possono assolvere a complessi requisiti illuminotecni creando effetti luminosi che nessun altro sistema può ottenere.

Come detto, i cavi di fibre ottiche sono solitamente composti da un fascio di filamenti di vetro o plastica in grado di trasportare la luce da un punto all’altro con bassissime dispersioni.
Esistono due tipi di FO utilizzati per l’illuminazione nelle mostre, a emissione laterale e a emissione puntuale: i primi sono usati per ottenere effetti grafici analoghi a quelli ottenuti con le lampade fluorescenti lineari o le strisce di LED; i secondi  vengono utilizzati, come le lampade alogene dicroiche, per l’illuminazione di piccoli oggetti.
La sorgente di luce di un sistema di illuminazione a fibra ottica è solitamente un illuminatore con lampada a ioduri metallici o alogena con una potenza elettrica da 70 a 250 Watt.

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Fibre ottiche a emissione laterale e a emissione puntuale sono usate per ottenere effetti luminosi diversi.

Un vantaggio dei sistemi a fibre ottiche è costituito dalle buone prestazioni cromatiche che garantiscono, (soprattutto quando sono realizzati con  illuminatori alogeni), evitando al contempo di surriscaldare l’oggetto illuminato, requisito fondamentale quando si tratta di esporre opere d’arte o oggetti preziosi fragili e sensibili alla luce.
Un ulteriore  vantaggio rispetto all’uso di lampade alogene dicroiche è che un singolo illuminatore può “alimentare” più emettitori di luce, anche equipaggiati con diverse tipologie di lente, consentendo di ottenere fasci luminosi larghi o stretti e una illuminazione molto precisa di piccoli oggetti  come monete, medaglie, francobolli, gioielli, piccoli reperti così via.

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Due cavi di fibre ottiche monofilamento: un sottile cavo con guaina in PVC e una spessa fibra plastica nuda. Foto Inexhibit.

Elettroluminescenza / LEC- Light Emitting Capacitor

Quella dei LEC – Light Emitting Capacitor,  è una tecnologia relativamente nuova, che sfrutta la capacità di alcune sostanze chimiche di emettere luce quando sono eccitate dalla corrente elettrica. Le sorgenti LEC sono generalmente disponibili in fogli sottili che si illuminano uniformemente su tutta la superficie. Negli allestimenti  possono essere utilizzati per retroilluminare pannelli grafici o per creare superfici luminescenti anche curve.
Il consumo di energia è generalmente molto basso e la durata è buona, l’effetto è spesso sorprendente in quanto la luce sembra “derivare dal nulla”, a causa della sottigliezza dell’emettitore. Il colore è tipicamente piuttosto freddo e la temperatura superficiale non supera i 40 °. Un punto importante da considerare quando si utilizzano i LEC è il loro basso flusso luminoso e la complessità del sistema nel suo insieme; la lastra di illuminazione deve essere collegata sia a un trasformatore che ad un inverter, rendendo l’intero pacchetto pesante e relativamente ingombrante. Tuttavia, poiché questa tecnologia è adatta a produrre monitor per computer molto sottili possiamo ragionevolmente aspettarci qualche ulteriore sviluppo nel futuro prossimo.

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L’immagine mostra i tipici spettri di emissione di diversi polimeri utilizzati nelle sorgenti elettroluminescenti. Fonte: Dipartimento di scienza dei materiali e di ingegneria UCLA.

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Un foglio elettroluminescente prodotto dall’azienda americana Ceelite. Foto Inexhibit.

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Fogli LEC sono stati utilizzati in questa mostra per fare da supporto luminoso a pannelli grafici. Foto: courtesy of Bianchini & Lusiardi associati.


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copyright Inexhibit 2024 - ISSN: 2283-5474