Artigianato 4.0 in Italia: il caso DIS-Design Italian Shoes

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Artigianato 4.0 in Italia: il caso 'Design Italian Shoes'
Testo: Inexhibit
Immagini: DIS-Design Italian Shoes
https://www.designitalianshoes.com/it

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Artigianato 4.0 in Italia: il caso DIS – Design Italian Shoes

Scarpe fatte a mano in 50 milioni di modelli diversi. Sembrerebbe impossibile, e invece no.
Sul n° 2/2017 di MAP, il magazine del Politecnico di Milano, qualche tempo fa leggo un’intervista a Guglielmo Fiocchi, ingegnere aerospaziale laureato al Poli, che dopo anni di impegno nel mondo dell’automotive, ora si occupa di salvataggio di imprese. L’ingegner Fiocchi racconta del suo lavoro e più in generale spiega, a partire dalla sua esperienza professionale, quali sono i segreti di un’azienda che funziona: “Avere un idea forte non basta (….) In Europa devi fare progetti che mirano ad alti di gamma. Se giochi solo sui costi perdi sempre rispetto agli asiatici. Devi vendere delle esperienze. Un approccio strutturato e internazionale è il giusto complemento dell’italianità, che è fatta di innovazione, design e qualità”. E qui il mio interesse sale di livello, avendo ben presente quanto sia complicato far emergere la qualità di un prodotto ai tempi della globalizzazione. Per chiarire meglio il suo pensiero l’ingegner Fiocchi cita l’esempio di DIS, Design Italian Shoes, impresa marchigiana fondata dai fratelli Andrea e Francesco Carpineti e da Michele Luconi, che realizza scarpe fatte a mano e le vende in oltre 30 Nazioni.

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Niente di sorprendente, se non fosse che questa azienda vende scarpe fabbricate da esperti artigiani marchigiani – tutti basati in un piccolo territorio di pochi chilometri – secondo il modello personalizzato che il cliente ha configurato con il software inserito nel sito web dell’azienda.
Il software aiuta il cliente a creare il proprio paio di scarpe in modo semplice e divertente, incrociando i diversi modelli con varianti di colori, lacci e trattamenti del pellame, per un totale, appunto, di 50 milioni di combinazioni. Dall’ordine sul sito web la richiesta viene inoltrata alle botteghe degli artigiani, dove le scarpe vengono realizzate e consegnate al destinatario in 10 giorni.
Dunque, un’azienda che ha saputo coniugare la tradizione manifatturiera di un territorio, in questo caso la cosiddetta “shoe valley” della regione Marche, con le possibilità offerte dal web 2.0 e dalla vendita on-line, a formare quello che, mutuando il concetto di Industria 4.0, potremmo chiamare Artigianato 4.0.

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Un caso, quello di DIS, che può essere un modello applicabile anche ad altre tipologie aziendali  nell’ambito del design di alta gamma. Per questo motivo vale la pena di soffermarsi su alcuni dei punti di interesse di questa esperienza. Il primo è l’idea di mettere in rete piccoli laboratori che custodiscono un sapere unico e non facilmente riproducibile, facendo sì che i singoli artigiani – ai quali per ovvie ragioni sarebbe precluso il raggiungimento di un bacino di utenti vasto e internazionale – possano raggiungere una massa critica di clienti valorizzando le loro competenze. Il secondo, non meno importante, è il concetto di customizzazione dei modelli che, attraverso la “personalizzazione controllata” offerta dal software di configurazione, genera più combinazioni a partire da serie ben definite, ottimizzando così il processo produttivo. Il terzo è la componente innovativa della comunicazione e commercializzazione (vedi software di configurazione e sito web plurilingue) che rappresenta un costo sostenibile solo grazie alla scala dell’azienda. Meditate.

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All pictures courtesy of DIS – Design Italian Shoes. https://www.designitalianshoes.com/


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