Colosseo – Anfiteatro Flavio – Roma
Lazio, Italy
Telefono: +39 06 399 67 700
Sito web: https://www.coopculture.it/il-colosseo.cfm

Il Colosseo o Anfiteatro Flavio a Roma è un anfiteatro monumentale costruito nel 1° secolo dopo Cristo ed uno dei siti archeologici più visitati al mondo.
Storia – la costruzione dell’Anfiteatro Flavio
Il nome Colosseo nasce nel medioevo, il termine con cui gli antichi Romani chiamavano la struttura era infatti Amphitheatrum Flavium, dal nome della dinastia flavia a cui appartenevano i tre imperatori sotto cui l’edificio fu costruito: Vespasiano, Tito e Domiziano.
Il sito dell’anfiteatro era quello di un lago artificiale parte della Domus Aurea, l’enorme residenza costruita dall’imperatore Nerone nei pressi del Foro Romano.
I lavori di costruzione iniziarono nel 72 d.C. Sotto Vespasiano e l’edificio venne completato nel 82 sotto Domiziano; i finanziamenti provenivano in gran parte da bottini di guerra, compreso quello del sacco di Gerusalemme del 70 d.C. Le origini del nome medievale Colosseo sono incerte, potrebbe derivare dalle dimensioni “colossali” dell’edificio oppure dalla presenza di una da una statua in bronzo gigante raffigurante Nerone che sorgeva nelle vicinanze.
Il Colosseo è il più grande anfiteatro mai costruito, capace di accogliere fino a 50.000 spettatori (alcuni studiosi stimano un numero ancora maggiore di circa 70.000).
Per tenere sotto controllo un pubblico tanto numeroso, i posti a sedere ed i settori erano identificati con un numero di riferimento che veniva riportato anche su una sorta di “biglietto” di cui gli spettatori dovevano munirsi in modo che essi potessero sapere in anticipo dove si trovasse esattamente il posto loro assegnato, in modo non molto diverso da quanto avviene in stadi e teatri moderni; tracce della vernice rossa usata per segnare questa numerazione dei posti sono ancora visibili.
Le personalità importanti di Roma avevano posti loro riservati, identificati con il loro nome o con la carica pubblica che ricoprivano invece che con un numero, compreso il palco speciale dedicato all’imperatore ed ai suoi ospiti.
Le posizioni migliori si trovavano nelle file basse della cavea, mentre quelle nella parte più alta erano destinate alla plebe. Il complesso sistema di “biglietteria” era necessario anche perché gli spettacoli erano sempre gratuiti e perciò assai popolari, ecco quindi che indirizzare i nobili e le personalità ai settori a loro riservati e non mescolare classi sociali diverse era ritenuto indispensabile all’epoca.
Ricostruzione dell’aspetto originario del Colosseo, da un modello architettonico della Roma imperiale esposto nel Museo della Civiltà Romana; si noti nell’angolo in alto a destra la statua colossale di NErone, da cui è possibile che l’anfiteatro abbia preso il suo nome in epoca medievale
Dall’epoca d’oro al declino del Colosseo
Le attrazioni più popolari che si svolgevano nell’Anfiteatro Flavio comprendevano combattimenti tra gladiatori, battaglie simulate (incluse quelle navali, le naumachie), esecuzioni capitali e combattimenti con animali, oltre ad eventi meno sanguinari come spettacoli teatrali, esibizioni circensi e gare sportive.
Vari tipi di spettacolo si alternavano nello stesso giorno, rendendo quindi necessario un complesso sistema di spazi di servizio, corridoi e piattaforme mobili (elevate principalmente a forza di braccia con l’ausilio di contrappesi) ospitato nei sotterranei, i cui resti vediamo oggi al centro dell’anfiteatro data la perdita del pavimento in legno ricoperto di sabbia che un tempo formava l’arena (il termine moderno arena deriva in effetti dalla stessa parola latina, che significa sabbia). Un passaggio sotterraneo collegava poi il livello interrato del Colosseo con la vicina sede dei gladiatori, nota come Ludus Magnus.
Per quanto ne sappiamo, gli ultimi spettacoli di cui sia abbia notizia si sono svolti nel Colosseo nel 523, benché sia possibile che la struttura sia stata usata sporadicamente ancora per qualche tempo.
La fine dell’anfiteatro come luogo di pubblico spettacolo fu la conseguenza di un insieme di fattori: la decadenza e la “caduta” dell’Impero Romano d’Occidente nel corso del 5° secolo, il conseguente crollo del numero di abitanti di Roma dall’oltre un milione del primo secolo a poche decine di migliaia – cosa che rese l’anfiteatro sovradimensionato ed poco conveniente da usare – e la disapprovazione che il clero cristiano ed i nuovi sovrani “barbarici” mostravano verso gli spettacoli sanguinari che avevano fatto la fortuna dell’Anfiteatro Flavio e che alla fine portarono al termine dei ludi gladiatori in tutti i territori dell’ex impero.
Ad esempio, questo scrive Teodorico il Grande nel 523 al console di Roma, Flavio Anicio Massimo, al riguardo dell’Anfiteatro Flavio e dei suoi spettacoli nel dare l’ultimo nulla osta a che vi si tenesse un combattimento tra uomini ed animali allo stesso tempo criticandone aspramente tale uso.
“actus detestabilis, certamen infelix, cum feris velle contendere (…) hunc ludum crudelem, sanguinariam voluptatem, impiam religionem, humanam, ut ita dixerim, feritatem (…) Hoc Titi potentia principalis, divitiarum profuso flumine, cogitavit aedificium fieri, unde caput urbium potuisset. (…) heu mundi error dolendus! Si esset ullus aequitatis intuitus, tantae divitiae pro vita mortalium deberent dari, quantae in mortes hominum videntur effundi”
“(Che) atto detestabile e competizione sventurata (è) il combattere con gli animali feroci (…) un gioco crudele, un divertimento sanguinario, una religione blasfema, umana bestialità la potremmo chiamare (…) Tito, col suo potere assoluto, profuse un tale fiume di denaro per fare (questo) edificio che sarebbe stato abbastanza per costruire un’intera capitale (…) Ohimè, che disdicevole pecca dell’umanità! Se ci fosse stata anche un’ancor vaga idea di giustizia, si sarebbero dovute investire altrettante richezze per migliorare la vita degli esseri umani quante se ne sperperano per (procurarne) la morte” (Cassiodoro, Variae, libro V, 42; traduzione dal Latino dell’autore)
Per centinaia di anni, dal 6° sino al 18° secolo, il grandioso edificio fu usato come una cava da cui predare materiale da costruzione ed elementi decorativi. Allo stesso tempo, l’anfiteatro in rovina fu adattato a varie funzioni, parzialmente convertito in abitazioni, e talvolta ancora usato come luogo di spettacolo improvvisato; ma fu soprattutto visto come una sorta di sfondo scenico monumentale per celebrazioni religiose e per viste pittoresche della città di Roma.
Dopo essere stato vandalizzato per ben 1.200 anni, nel 1749 un editto di Papa Benedetto XIV consacrò l’antico anfiteatro, proibendo così la sua ulteriore spoliazione e dando inizio al processo di restauro dell’edificio.
Nella seconda metà dell’Ottocento, poco dopo la proclamazione del Regno d’Italia, il Colosseo venne forzatamente sconsacrato e convertito in un monumento pubblico di proprietà statale.
Vista sezionata dell’Anfiteatro Flavio che mostra anche una porzione del “velarium”
Il Colosseo e l’Arco di Costantino agli inizi del Settecento in un dipinto dell’artista olandese Caspar van Wittel (c. 1707)
Ricostruzione ipotetica delle fasi costruttive dell’Anfiteatro Flavio
Immagine di fantasia di artista sconosciuto di un combattimento tra uomini ed animali all’interno del Colosseo, c. 1930
Vista della cavea e dell’arena del Colosseo oggi; foto: daisy.images
L’architettura dell’Anfiteatro Flavio
Nell’antichità, il Colosseo appariva assai diverso da come lo vediamo oggi; il suo aspetto attuale è la conseguenza di 20 secoli di invecchiamento, di spoliazioni e dei vari terremoti che colpirono Roma negli anni 442, 484, 851, 1231, 1255, 1349 e 1703. Il terremoto del 851 fu particolarmente distruttivo e provocò la caduta dei due ordini di arcate superiori del lato meridionale, dando all’edificio quel’aspetto asimmetrico che vediamo ancora oggi.
L’Anfiteatro Flavio era un enorme anello ellittico, alto 52 metri e con un perimetro di 527 metri, rivestito in lastre di marmo e travertino e riccamente decorato con statue, rilievi, affreschi e una serie di scudi in bronzo dorato detti clipei.
Il perimetro dell’edificio era, ed è ancora, segnato da tre ordini di 80 grandi aperture ad arco ciascuna e da un attico di coronamento punteggiato da 40 finestre rettangolari più piccole. Dal basso verso l’alto, le tre serie di aperture sono inquadrate da colonne Tuscaniche, Ioniche e Corinzie rispettivamente, la quarta con semplici lesene. Al centro dell’anfiteatro sta una arena di forma ovale, i cui assi maggiore e minore misurano 86 e 54 metri rispettivamente, con un’area all’incirca equivalente a quella di 12 campi da tennis.
La struttura fuori terra del Colosseo è composta da una serie di pilastri in travertino collegati da volte a crociera (tra le prime mai costruite) realizzate in opus caementicium, l’antenato Romano del calcestruzzo moderno. La parte visibile dell’edificio appoggia su un massiccio anello di fondazione, spesso circa 30 metri ed alto 13, realizzato in calcestruzzo (per la maggio parte), mattoni e vari tipi di roccia, tra cui travertino, basalto e tufo. La robustezza di questa struttura spiega perché – nonostante l’età, l’essere stato costruito sul letto di un lago e vari terremoti – l’anfiteatro sia ancora in condizioni abbastanza buone, per lo meno dal punto di vista strutturale.
Non molto differentemente dagli stadi odierni, il pubblico accedeva le gradinate attraverso un sistema di circolazione composto da gallerie distributive perimetrali, scale e passaggi detti vomitoria (un termine latino piuttosto ironico che alludeva alla grande folla che questi parevano “vomitare” all’interno del teatro.
Per proteggere il pubblico dal maltempo e dal calore del sole, la cavea dell’anfiteatro poteva essere parzialmente coperta con un tendaggio anulare, detto velarium, fissato ad una serie di travi in legno site all’ultimo piano dell’edificio.
Il lato nord del Colosseo ci da’ la migliore idea di come il Colosseo apparisse nell’antichità; fonte foto: Roma Capitale Press Office
La planimetria generale del Colosseo in un rilievo recente; fonte immagine: MIBACT
Prospetto esterno (completo e dettaglio) del Colosseo; fonte immagine: MIBACT
Prospetto interno (completo e dettaglio); fonte immagine: MIBACT
Colosseo, sezione trasversale della cavea
Immagine di un “vomitorium” daq una delle gallelrie di circolazione; foto: Sara LaRosa
La visita al monumento
With over 6 million visitors in 2016 (together with the Roman and Palatine fora, the ticket is combined) the Colosseum is one of the world’s most visited archaeological sites. Due to conservation issues and safety reasons, the access to the monument is currently limited to 3.000 people at once.
Con oltre 6 milioni di visitatori nel 2016 (insieme al Foro Romano e Palatino, lo stesso biglietto vale per le tre strutture), il Colosseo è una dei siti archeologici più visitati al mondo. Per ragioni di conservazione e di sicurezza, l’accesso al monumento è attualmente limitato a 3.000 persone in contemporanea.
A differenza di altri anfiteatri di epoca Romana, ad esempio l’Arena di Verona, è oggi raramente usato come luogo per spettacoli; però vi si tengono frequentemente mostre temporanee tematiche ed attività didattiche.
Una tipica visita all’Anfiteatro Flavio comprende l’accesso alle gallerie di distribuzione, alla cavea ed a parte degli ambienti di servizio sotterranei, un tempo ospitati al di sotto dell’arena. Considerando la popolarità del Colosseo come attrazione turistica, consigliamo di prenotare la visita in anticipo (su internet o per telefono). Servizi igienici, guardaroba, audio-guide, ed un bookshop sono disponibili in situ; molte parti dell’edificio sono accessibili ai disabili. I controlli di sicurezza all’ingresso sono piuttosto stretti, zaini e borse di grandi dimensioni, trolley, bottiglie e bevande alcoliche non sono ammesse all’interno della struttura.
A curiosity: the Colosseum has been used as location in many films, including Roman Holiday (1953, starring Gregory Peck and Audrey Hepburn), An American in Rome (1954, with Alberto Sordi), The Way of the Dragon (1972, starring Bruce Lee and Chuck Norris), Gladiator (2000, starring Russel Crowe, though the Colosseum was recreated in a set), and Jumper (2008, starring Hayden Christensen and Samuel L. Jackson)
Una curiosità: il Colosseo è stato usato come location in molti film, tra cui Vacanze Romane (1953, con Gregory Peck ed Audrey Hepburn), Un Americano a Roma (1954, con Alberto Sordi), Le Streghe – La Terra vista dalla Luna (1964, con Totò e Silvana Magano, regia di Pier Paolo Pasolini), L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente (1972, con Bruce Lee e Chuck Norris), Il Gladiatore (2000, con Russel Crowe, anche se il Colosseo era in realtà una ricostruzione in studio), e Jumper – Senza Confini (2008, con Hayden Christensen e Samuel L. Jackson).
Bruce Lee e Chick Norris combattono nel Colosseo in una scena dal film “L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente” (1972)
Uno dei corridoi voltati di distribuzione del Colosseo; foto: Benjamin King
Il bookshop Electa all’interno del Colosseo; fonte foto: Electa
Galleria d’immagini
Vista aerea da ovest; foto: Dorli Photography
Vista da Via dei Fori Imperiali; foto: Paul Kelley
Il Colosseo e l’Arco di Costantino (sulla sinistra); foto: Isriya Paireepairit
Viste interne dalla prima galleria; foto: Isriya Paireepairit
Vista da sud ovest; foto: Isriya Paireepairit
Lato di nord est al tramonto; foto; photo: ]V[orlock Zernebock
Immagine di copertina: fotografia di Fabrizio Russo
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