Renate Bertlmann, Discordo ergo Sum – Padiglione Austriaco, Biennale Arte 2019
La Biennale, Venezia
Renate Bertlmann, Discordo Ergo Sum, il campo di rose-coltello, Padiglione Austriaco, Biennale Arte 2019, Venezia. Foto © Riccardo Bianchini / Inexhibit
Renate Bertlmann, Discordo Ergo Sum
Padiglione dell’ Austria – 58° Biennale d’Arte, Venezia
Discordo Ergo Sum di Renate Bertlmann è la mostra del Padiglione Austriaco alla 58° Biennale d’ Arte di Venezia.
Artista e femminista, Bertlmann (nata nel 1943 a Vienna) è da sempre impegnata in una ricerca che mette in discussione i vincoli che le convenzioni sociali impongono alle donne.
Il titolo della mostra ‘Discordo Ergo Sum’ è un gioco di parole costruito sulla celebre locuzione di Cartesio “Cogito ergo sum” e potrebbe essere tradotto come “Discordo, quindi sono”, in perfetta linea con la sua opera che – spesso in modo crudo e anticonformista, ma anche in modo ironico – sovverte e ridefinisce alcuni archetipi sociali, come la relazione tra i sessi, i ruoli precostituiti e le strutture del potere.
La mostra è fondamentalmente divisa in due parti. All’interno del Padiglione – progettato da Josef Hoffmann nei primi anni Trenta del Novecento – schemi , disegni, fotografie e schizzi in bianco e nero, che la Bertlmann ha realizzato a partire dagli anni Settanta, sono esposti su piani verticali e orizzontali bianchi che si dispiegano nel padiglione come una grande scatola decostruita.
Renate Bertlmann, Discordo Ergo Sum, viste dell’interno del padiglione austriaco. Foto © Riccardo Bianchini / Inexhibit
Nel cortile interno del padiglione, la Bertlmann ha creato un’ installazione formata da un mare di 312 rose rosse, realizzate in vetro soffiato, infilzate su lame acuminate in acciaio.
Una rappresentazione visivamente potente della dicotomia dell’esistenza umana e dell’ambivalenza dei paradigmi sociali e culturali che influenzano tutti noi.
Renate Bertlmann, Discordo Ergo Sum, il campo di rose. Foto © Riccardo Bianchini / Inexhibit
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